I cittadini inglesi hanno espresso la loro preferenza e lasciare così l’UE, traduzione di Brexit, ovvero BRitain EXIT. Nessuno stato prima di ieri era mai uscito dall’organizzazione europea (tranne che per la dipendenza territoriale della Groenlandia, il quale ha indetto un referendum sull’uscita dall’Unione, nel 1985). Nessuno Stato membro prima di questa data ha mai tenuto un referendum nazionale sull’uscita dalla Unione Europea.
Precisamente il 51,9% ha espresso la sua preferenza nel lasciare mentre il 49,1% vorrebbe restare nell’Unione Europea. Il referendum ha mostrato profonde spaccature all’interno dei partiti politici Inglesi, sia tra generazioni che contestualmente legate alla provenienza del voto.
Ma ora cosa succede? La risposta per i cittadini europei che vivono in Gran Bretagna ed i britannici che vivono nell’UE, così come per le imprese che operano su entrambe le sponde della Manica è una sola: niente, almeno nell’immediato.
Tutto dipenderà dai negoziati anche se nessuno è sicuro su quanti anni saranno necessari perché ciò avvenga, l’unico precedente è appunto quello della Groenlandia, con una popolazione attuale di circa 50.000, dunque non un valido elemento di comparazione. L’obiettivo principale di David Cameron, il primo ministro, è e sarà quello di calmare i mercati. Le reazioni del mercato Asiatico sono state notevolmente ribassiste. La sterlina ha perso più del 9% nei confronti del dollaro e fino al 13% nei confronti dello yen, tradizionalmente un “porto franco” per gli investitori più ansiosi. La borsa Giapponese è crollata di quasi l’8% mentre i futures FTSE sfiorano il – 10%. Alcuni esperti avvertono che sterlina potrebbe continuare a cadere ben oltre il 20% complessivo (alle ore 12.07 del 24/06/2016 perde circa l’11%). Il Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, deve ora decidere se emettere un “budget Brexit” emergenza come ha polemicamente promesso prima del sondaggio.
Il prezzo del petrolio cade di circa il 6%, mentre il valore dell’oro, mercato di ripiego in caso di crisi, è in forte rialzo, sintomo di una generale incertezza sul futuro dell’economia Europea.
Raramente l’umore del mercato è cambiato così velocemente. Come le urne del referendum UE si sono chiuse alle 10 di sera, gli investitori (ed anche gli scommettitori) erano sicuri di una vittoria del Remain, ovvero che la Gran Bretagna rimanesse nel Unione. Alcuni sondaggi hanno anche mostrato che la probabilità di un voto Remain era vicino al 90%.
Anche le banche perdono terreno, Barclays perde il 30% mentre la Detusche Bank lascia alle spalle circa il 18% del suo valore. Il Brexit ha innescato un processo che cambierà profondamente i rapporti. Economicamente parlando tutte le industrie stanno perdendo terreno e punti percentuali.
Prima del voto l’indice FTSE 100 ha chiuso la giornata positivamente, la sterlina si aggirava intorno a $ 1,50. Ma, non appena sono stati diffusi i primi dati provenienti dal nord-est del paese mostrando inaspettatamente la volontà dei britannici e l’elevato grado di sostegno dell’uscita dall’Unione, la sterlina si è inabissata verso un indelebile segno meno.
La sterlina sta vivendo uno dei giorni peggiori della sua storia, scendendo a $ 1,35, livello più basso dal 1985. L’indice FTSE 100 perde circa il 10%, alla riapertura dei mercati.
Politicamente parlando la situazione non è tanto più serena. L’Irlanda del Nord e la Scozia stanno già programmando il loro percorso di secessione, coniugando la decisione al singolare, sintomo che non hanno accettato la Brexit. David Cameron ha promesso che la Gran Bretagna avrebbe immediatamente invocare l’articolo 50 del trattato di Lisbona, il quale stabilisce un calendario di almeno due anni per concordare le condizioni propedeutiche la separazione. Ma l’incertezza circa la posizione del primo ministro attuale potrebbe sollevare incertezze. Se il suo successore sarà un Brexiteer (qualcuno favorevole al Brexit) lui o lei è probabile che sosterrà che l’articolo 50 sia polarizzato contro gli interessi di un paese che sta lasciando l’UE. Di fatto ai sensi dell’articolo 50, i termini della partenza della Gran Bretagna sarebbero concordati dagli altri 27 paesi dell’UE, escludendo il voto britannico. Per questo motivo coloro favorevoli al Brexit preferirebbero negoziare in modo informale l’accordo, senza invocare l’articolo 50. Mentre è improbabile che gli altri 27 paesi concedano tale libertà.
Il tipo di accordo offerto è a lungo termine, e nessuna delle due opzioni principali è appetibile per entrambe le parti. Il primo sarebbe quello di diventare come la Norvegia, membro dello Spazio economico europeo (SEE), il quale contribuisce al bilancio dell’UE e consente la libera circolazione delle persone all’interno del suo territorio. Il secondo è quello di rinunciare del tutto al commercio con l’UE, in base alle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio, come l’America, la Cina o qualsiasi altro paese. La maggior parte degli economisti concordano sul fatto che ciò creerebbe più danni per l’economia britannica di quanti un eventuale Remain al Brexit avrebbe potuto fare.
La soluzioni potrebbero essere due: un graduale tagli del tasso di interesse oppure un intervento a supporto della liquidità della Bank of England (BOE), come il quantitative easing che Mario Draghi sta attuando ormai da quasi un anno per calmierare l’andamento dell’economia europea e favorire le esportazioni abbassando il valore dell’Euro nei confronti del Dollaro.
Mark Carney, il governatore della BOE ha già detto che la banca è pronta a pompare 250 miliardi di sterline (345 miliardi di dollari) nel sistema finanziario nazionale ponendosi in prima linea di difesa della Gran Bretagna contro la crisi di mercato provocata dal Brexit. Ciò sicuramente aiuterà le esportazioni, in quanto il valore della moneta sarà così basso da incentivare quelle estere, più forti, a comprare prodotti inglesi ad un prezzo più conveniente di ieri, ma allo stesso tempo non farà altro che affossare ancora di più il valore della moneta corrente cosicché gli inglesi, per comprare prodotti esteri dovranno lavorare e guadagnare di più. Inevitabilmente, ci saranno speculazioni sul futuro di David Cameron, il quale scongiurava un’eventuale Brexit e sperava che il referendum potesse definitivamente chiudere la questione col partito conservatore. Non ha fatto altro che buttare altra benzina sul fuoco di nome Brexit; bisognerà iniziare a sentire il punto di vista delle imprese rispetto ai loro piani di investimento futuri.
Pensiamo solo che Farange, sostenitore del Leave cioè contro il Brexit, questa mattina ha detto: “Abbiamo vinto senza la necessità di sparare un solo colpo” innescando l’indignazione di tutti coloro che hanno sofferto la morte di Jo Cox.
Questa mattina Nigel Farange ha anche ammesso che la frase (creare un fondo per finanziare il servizio sanitario nazionale con i 350 milioni di sterline che vengono inviati settimanalmente alla UE) sulla quale si basava tutta la loro campagna elettorale a favore del Brexit è stato un errore.
Nel resto in Europa la situazione non è più chiara. Molti politici nazionalisti, spinti dall’onda Britannica del Brexit, stanno interrogando i governi per un’eventuale seguito. L’Olanda, la Francia, l’Italia con Salvini, mezza Europa vorrebbe dar seguito al Brexit Inglese. Quel che certo è che i mercati saranno molto volatili e le politiche instabili; a noi non resta che attendere il sole dietro le nuvole.
“E quando l’odiata Europa sarà un ricordo del passato, quando si potrà fare industria e cercare lavoro solo nel paesello vicino perché a cercare condizioni migliori ti rimanderanno indietro alla frontiera; quando le scintillanti casupole delle dogane si rialzeranno per tutto il continente. Quando gli operai da un mese all’altro si ritroveranno con carta straccia in mano, per qualche operazione di “espansione monetaria” delle rinate valute locali. Quando la Pace ricomincerà a scricchilare sulle foglie secolari di questa parte del globo e l’ex centro del mondo non sarà che una provincia. Quando cultura, economia, politica rattrappiranno nella chiusara e nell’isolamento. Allora ci rivolgeremo sperduti e smarriti ai Padri fondatori, a Rossi, a Spinelli, a Schuman, a De Gasperi, ad Adenauer etc. i quali dai loro sepolcri marmorei, con suprema schiettezza ci domanderanno: cosa diamine state combinando? “(Gianmarco Pondrano Altavilla)
Per approfondimenti:
http://www.repubblica.it/esteri/2016/06/24/news/brexit_gran_bretagna_in_out-142697042/
http://www.repubblica.it/esteri/2016/06/24/foto/brexit_nigel_farage_abbiamo_vinto_senza_sparare_un_colpo_indignazione_su_twitter-142713867/1/?ref=twhr&twitter_card=20160624114109#1
http://www.economist.com/blogs/economist-explains/2016/06/economist-explains-23