Che tu voglia conoscere il valore di un’azienda affermata oppure una start-up esistono solo tre approcci.
In questo articolo scopriremo insieme 3 modi per conoscere il valore di un’azienda. Pronto?
1) Valutazione intrinseca
Il primo approccio è la valutazione intrinseca. Quando si valuta un’azienda con questo approccio ci si basa su i suoi risultati fondamentali:
- il flusso di cassa
- il tasso di crescita
- il rischio legato all’investimento
Scontare i flussi di cassa (Discounted cash flow in Inglese) è il metodo più comune per stimare il valore intrinseco ma non è l’unico. Un altro indicatore potrebbe essere il profitto per ogni azione (Earnings per share in Inglese), il quale calcola la porzione di profitto che spetta per ogni azione posseduta da un investitore. Che tu voglia valutare Facebook oppure Uber, la valutazione intrinseca è l’approccio più semplice.
Non è indicato per valutare un quadro di Picasso, perché la bellezza potrebbe essere negli occhi di chi guarda. L’equazione che guida il modello dei flussi di cassa scontati è il valore di un’attività è il valore attuale dei flussi di cassa futuri attesi da questa attività.
2) Valutazione relativa
Il secondo approccio è la valutazione relativa. Quando si utilizza questo metodo per valutare un’azienda (o una start-up) cerchiamo il prezzo di mercato attuale di attività simili.
Una volta che le abbiamo trovate utilizziamo il valore di quelle attività come la base di partenza per valutare l’azienda in questione. Nell’analisi multipla l’analista ti dirà: “guarda i risultati di questo gruppo di aziende e guarda i risultati di quest’azienda qui (l’azienda da valutare). In base a come questo gruppo di aziende sono valutate io credo che l’azienda in questione sia cara oppure conveniente…”
Questi primi due approcci, fino ad oggi sono quelli che predominano la valutazione aziendale.
3) Modello dell’Option Pricing
Il terzo approccio fa riferimento al modello dell’option pricing nel contesto di valutare due attività con flussi di cassa contingenti.
Tutti questi approcci presumono un errore fondamentale nel mercato. Se il mercato non facesse errori non ci sarebbe motivo di valutare un’azienda. In tal caso il valore di mercato (quotato in borsa) sarebbe il valore che meglio stima il valore dell’intera attività. Molti strumenti utilizzati per misurare il rischio di un’azienda, in finanza, sono risultati statistici (ad esempio la volatilità, la deviazione standard, la varianza).
Questi errori sono errori statistici, che arrivano con un determinato grado di incertezza. Molte volte questo dato viene tralasciato/dimenticato dagli analisti nonostante sia un’informazione importante su quanto sto sbagliando. Partendo da questo presupposto, è chiaro che come seconda prerogativa ci si immagina che questo errore venga trovato e corretto nel tempo. Ogni approccio presuppone un errore di valutazione da parte del mercato. Ogni approccio presuppone in modo diverso come il mercato commette degli errori e come questi errori vengono corretti.
Chi ci assicura che questi errori siano riconosciuti e corretti immediatamente ? Magari ci possono volere mesi o addirittura un anno prima che vengano riconosciuti. L’ingrediente magico è utilizzare un arco temporale molto ampio nella valutazione. In questo modo concediamo il tempo necessario affinché un eventuale errore venga corretto.
Dunque, per concludere, maggiore è l’arco temporale e più probabilità ci sono che un errore sia riconosciuto.
Se il mio articolo ti è piaciuto o ti sembra utile, condividilo e se vuoi chiedermi approfondimenti contattami qui 🙂