Il modo in cui un’azienda ti fa sentire quando acquisti un loro prodotto o le emozioni scaturite quando si guarda una loro pubblicità fanno tutte parte di un’accurata e precisa strategia di comunicazione. Di certo però non tutto ciò che un’azienda comunica ha lo stesso impatto emotivo suoi propri clienti.
Ad analizzare le maggiori emozioni associate ai brand ci ha pensato Customer Thermometer, che con la sua ricerca ha analizzato più di 1,000 adulti negli Stati Uniti, facendo emergere diversi dati interessanti. Vediamo insieme perché.
Quali sono i motivi principali che aiutano le persone ad essere connessi emotivamente ad un brand?
Attraverso i primi dati raccolti nel report, risulta ben chiaro come la ragione principale di un legame saldo tra consumatori e azienda è senza dubbio il riuscire a comunicare come quest’ultima si rivolge al cliente nella sua individualità. Il ruolo della compagnia è dunque riuscire a far sentire il consumatore unico e speciale, comunicandogli che l’azienda è portata avanti da persone come loro, capaci di creare il prodotto basandosi su priorità simili.
D’altro canto però, appare come una vera contraddizione l’ultima posizione della classifica, che vede un minore coinvolgimento emotivo quando l’azienda sottolinea il suo interesse verso i figli dei propri clienti. Inoltre, posizioni basse vengono occupate anche dal divertimento o del essere connesso con la propria famiglia e amici, a voler indicare l’importanza di un rapporto biunivoco tra le due parti piuttosto che il coinvolgimento di altri aspetti inerenti la vita del consumatore.
Infine, dai risultati emerge anche la necessità da parte dell’azienda di riuscire a comunicare il loro apporto positivo nel mondo.
Come è possibile vedere nel secondo grafico, non vi è una sostanziale differenza tra il genere maschile e femminile in termini di emozioni in gioco, tranne per il fatto che quest’ultime sottolineano una maggiore insicurezza data dalla predisposizione a voler sentirsi più speciali ed uniche rispetto al sesso opposto.
Il report di Customer Thermometer ha inoltre analizzato il rapporto tra età e connessione emotiva con i brand. Il picco massimo raggiunto dalla necessità di creare un legame emotivo per poter preferire un marchio ad un altro è raggiunto senza dubbio nella fascia di età dei 45enni che poi, all’avanzare dell’età, diminuisce drasticamente.
Quali sono i settori in cui vi è una maggiore connessione emotiva?
Il report ha inoltre evidenziato i settori con maggiore e minore predisposizione a creare un impatto emotivo sui consumatori.
Non stupisce che da parte degli uomini vi sia una forte connessione con i prodotti di elettronica, con ben il 33%, e con il settore delle scarpe, pensiamo ad esempio alle grandi campagne di comunicazione della Nike o Adidas.
Per le donne invece vi è una propensione al settore della moda ma anche dell’elettronica.
Percentuali minime invece sono correlate ai settori delle compagnie di volo e cibo, con una percentuale bassa se si pensa a quante emozioni possono scaturirsi al solo pensare al proprio piatto preferito.
Infine, l’ultimo grafico ci elenca quali sono le 10 emozioni tipiche in una Brand Connection.
Al primo posto vi è l’interesse verso il prodotto o il brand, seguito da fiducia ed ottimismo.
Agli ultimi tre posti, invece, troviamo lo stupore e l’anticipazione, probabilmente perché il cliente preferisce emozioni familiari, e il sentimento dell’amore, ed è forse un bene essendo pur sempre beni materiali.
I dati elencati in questo articolo, a mio avviso, possono rappresentare un ottimo punto di partenza per capire come costruire la propria strategia di Brand Loyalty, puntando ad emozioni che possano con più facilità coinvolgere i propri clienti e fidelizzarli grazie alle emozioni provate.