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NFT e criptovalute tutto quello che c’è da sapere

Tutti parlano delle criptovalute, non tutti hanno ancora ben capito come funzionano, ma sicuramente è una tematica che è diventata molto più familiare negli ultimi mesi. Secondo alcune importanti ricerche, durante il periodo del primo lock-down si è avuto un balzo in avanti in termini tecnologici di 5 anni. Esatto, 5 anni in 3 mesi. Questa piccola digressione solo per testimoniare come mai, così in poco tempo, oggi tutti o quasi sanno di cosa stiamo parlando quando diciamo Bitcoin oppure parliamo degli NFT. Questi ultimi, i “Not Fungible Token” ovvero “oggetti non fungibili”, sono dei certificati di autenticità digitale. Una speciale tipologia di gettone (Token) che, essendo quindi non fungibile, rappresenta qualcosa di unico e non reciprocamente intercambiabile.

 

Differenze tra criptomonete e NFT

Partiamo da una distinzione tra Bitcoin oppure Ethereum e NFT. Mentre i primi sono “monete digitali”, criptovalute, tutte con lo stesso valore, i secondi sono “gettoni digitali” ed ognuno ha un valore differente. Il presupposto di base si può dire che è lo stesso, infatti hanno tanti punti in comune. Bitcoin e NFT  sono entrambi “prodotti” digitali, nascono sul web. Vengono conservati in un portafogli digitale, in un wallet (portafogli) di uno dei tantissimi Exchange online. Contengono dei metadati ed informazioni che sono tutte digitali, si basano sul concetto di blockchain. Ma allora sono la stessa cosa? No, ovvio, altrimenti il paragrafo no si chiamava differenze tra criptomonete e NFT.

La differenza sostanziale sta nel fatto che possedere un Bitcoin significa avere una moneta (digitale) che possono liberamente scambiare sul mercato con qualsiasi altri Bitcoin. Non si è detto vendere, ma scambiare. Risulterebbe ovvio che entrambi possono essere venduti, anzi più è alto il valore che essi hanno e maggiore sarà la possibilità di ottenere una buona remunerazione. Quindi, quello che li differenzia è la replicabilità. Infatti, mentre per un possessore di un Bitcoin o Ethereum non cambia se lo scambia con un altro soggetto (in quanto il valore è il medesimo) lo stesso non si può dire da un possessore di un NFT. Quest’ultimo, acquistando la proprietà di un NFT si è assicurato la sua non replicabilità e quindi, la sua unicità. Potrà essere oggetto di vendita ma lo scambio non è replicabile. La transazione è di tipo one-to-one ed il possessore è unico e solo. Per essere ancor più chiari, ogni NFT ha una propria identità digitale garantita da un codice a 256 bit (un codice crittografico usato anche dalle forze armate per proteggere le informazioni scambiate).

 

Per fare un esempio, se scambiamo 1 Bitcoin con 1 altro Bitcoin, il valore è uguale:

1€ di Bitcoin       =             1€ di Bitcoin       (stesso valore)

Invece, se scambiamo  1 NFT con 1 altro NFT, il valore non sarà uguale perché trattasi di diversi (Not Fungible) oggetti (Token) e non avranno lo stesso valore:

1€ di un “X” NFT               =             100€ di un “Y” NFT         (valore differente)

 

Evoluzione nel tempo degli NFT

Si iniziò a parlare degli Non-Fungible-Tokens già qualche anno fa. La società Axion Zen nel 2017, per far conoscere al grande pubblico la sua piattaforma di blockchain Ethereum, ha creato tanti “gattini crittgrafici” (i famosi CryptoKitties) associandogli ovviamente un valore numerico. Come avrete capito, trattandosi di “oggetti da collezione” meno ce ne sono e maggiore sarà il suo valore. L’obiettivo fu ampiamente raggiunto, l’azienda in poco tempo riuscì a far conoscere la propria moneta Ether; la seconda moneta digitale più conosciuta al mondo dopo i Bitcoin. Volete sapere il valore che ha sul mercato 1 ETH? Ovviamente non si tratta di un parametro costante trattandosi di oscillazioni di mercato, ma ad oggi il suo valore ha superato i 2000 dollari. Con quest’operazione è sbocciata la primavera degli NFT.  Si è iniziato con una semplice immagine, ma oggi ci sono anche tanti video, gif, pdf e persino patatine, case, cose, cos.

CryptoKitties

 

NFT oggetti da collezione

Come dicevo, mentre un Bitcoin può essere scambiato con altre cryptovalute, ogni NFT è unico e, come tale, funziona esattamente con un oggetto da collezione. Avete presente i francobolli? Bene, oggi si collezionano quelli ma anche NFT. Ognuno di questi può essere acquistato, archiviato o venduto. La cosa fondamentale è che ogni NFT accumula valore in maniera indipendente da qualsiasi altro. Questo meccanismo è l’opposto di quello per Bitcoin, ad esempio, che hanno tutti lo stesso valore.

 

Come funzionano gli NFT

Come sopra definito, ad ogni NFT è possibile associare in modo univoco la proprietà di un “token” ad un soggetto che lo acquista attraverso uno smart contract su una rete digitale, pagando con una moneta digitale (es: Bitcoin o Etherum) presente su un proprio wallet online di uno dei tanti Exchange (“posto online”dove si cambiano i soldi veri dal proprio conto bancario con nuove monete digitali). Sembra parlare un’altra lingua, molti dicono che questa sia la lingua della libertà finanziaria. Altri invece sostengono che queste monete oppure oggetti digitali (che sembrano non esistere e “non pesare”) in realtà impattano in maniera negativa sull’ambiente. Ai posteri l’ardua sentenza ma una cosa è certa, bisognerebbe prendere questa immensa mole di energia da fonti alternative. Pensate che per minare (tecnicamente si usa il termine “mining” e significa, in breve, guadagnare risolvendo equazioni matematiche su un determinato hardware) un Ethereum servono quasi 27 terawattora all’anno, l’energia per illuminare l’intera Irlanda.

Ritornando a noi, quando compro un NFT divento proprietario unico di un definito Token (gettone). Come detto, seppur siano necessarie determinate competenze, un grande vantaggio di questi Token è proprio la loro semplice struttura e sicurezza. Tutti, senza il necessario supporto di un ipotetico intermediario o varie fasi di intermediazione, possono realizzare o semplicemente scambiare oggetti (Token) attraverso il proprio cellulare.

 

Le prime patatine al “gusto crypto”: il caso Pringles

Così come le persone anche le aziende hanno iniziato a muovere i primi passi verso l’economia digitale. Oltre al settore dell’arte, anche le aziende hanno iniziato ad affacciarsi in questo settore. La Pringles, una delle aziende di patatine più famose al mondo, ha lanciato su Instagram il nuovo gusto: “CryptoCrisp”. L’oggetto, che ha visto il coinvolgimento dell’artista Vasya Kolotusha, trattasi di un’animazione che mostra l’iconico tubo di patatine color oro e con le criptovalute disegnate.

Pringless digitale

 

Tutto, o quasi, può diventare un NFT

Si è detto di monete digitali, di gattini, di patatine e di quadri. Adesso vi parlo di un “Tweet”. Si, esatto, di un “tweet” su Twitter. Non un semplice tweet, certo, ma pur sempre un tweet. Jack Dorsey, il Ceo di Twitter, ha messo in vendita il suo primo “cinguettio”:

primo tweet della storia

L’asta si è tenuta sulla piattaforma NFT Valuables ed è stata vinta da Sina Estavi, la Ceo di Bridge Oracle, per la modica cifra di 2.5 milioni di dollari.

 

La prima opera d’arte venduta come NFT dalla Christie’s

La più grande casa d’aste al mondo, solo qualche settimana fa ha venduto un NFT per la bellezza di 69,3 milioni di dollari. L’oggetto (il Token) non fungibile è stata una grandissima opera di Mike Winkelmann, in arte Beeple. L’artista americano per 7 anni ha quotidianamente pubblicato online una sua opera, per un totale di 5000 pezzi. Questi, una volta raggruppati in un unico super jpg, sono stati racchiusi nell’opera “Everydays: the first 5000 days”, la prima opera d’arte battuta sotto forma di NFT. Tutti, arrivati a questo punto, si saranno chiesti: “Ma chi è questo genio che ha fatto questo pazzesco investimento?”.

Si tratta del multimilionario (sicuramente in soldi digitali, ovvero criptomonete) super imprenditore: Metakovan. Questo nome è uno pseudonimo del fondatore di Merapurse, il più grande fondo NFT al mondo che ha il suo headquarter a Singapore.

Penserete sia folle, ma Beeple ha già annunciato la sua prossima opera: “La Monna Lisa celata dai Pixel”. Il suo valore è ancora top secret e si è aperto un dibattito sul primo ideatore della “Monna Lisa Digitale” essendoci anche già altri autori ed opere, una di questa la “Pixel Lisa” quotata oltre 175 milioni di dollari su Rarible.

MonnaLisa digitale

 

Il primo NFT di un’artista napoletano: steart

Stiamo studiando molto e facendo progetti, presto vi racconteremo altre novità. Tra le tante domande che ci siamo posti c’è: “A Napoli ancora nessuno parla di questo fenomeno? Non esiste un’artista napoletano che ha lanciato il proprio NFT?”. La risposta, dopo un po’ di ricerca, è stata affermativa. Per voi, carissimi nostri lettori, lo abbiamo intervistato. Molti lo conosceranno, è molto famoso ed il suo stile lo ha reso famoso in tutto il mondo. Il suo nome d’arte è “steart” è un giovane talentuoso che nonostante la fama ha una grande voglia di fare sacrifici, solo questi sono la strada giusta per mettere solide radici. Nato in provincia di Caserta, Stefano fin da piccolo ha sempre avuto una grande passione per il disegno e i cartoni animati. Il suo preferito? I Simpson.

weHUB - SteArt - Clementino - Articolo weHUB sugli NFT

Da qualche anno, in modo del tutto amatoriale e senza aver investito mai 1 euro in pubblicità (un caso più unico che raro, come tutti sappiamo o possiamo immaginare), in poco tempo i suoi disegni sono diventati virali. Sono tante le persone famose che sono hanno condiviso i suoi lavori, tra questi: David Beckham, Valentino Rossi, Will Smith, Justin Bieber, Ronalidinho, Benzema, Clementino, Michelle Hunziker e tanti altri. I suoi prossimi obiettivi (dopo aver Simpsonizzato anche il Papa) è creare servizi artistici su richiesta. Per ora, da artista lungimirante, ha creato il suo primo NFT ed il primo NFT di un’artista napoletano. Se vi fa piacere, dategli uno sguardo qui.

 

Questa materia seppur molto più accessibile di tante altro resta comunque molto complessa, ne siamo tutti consapevoli. Presto la tratteremo ancora e vi presenteremo tante novità. Se hai trovato interessante quest’articolo e gli hai dedicato del tempo ti sono davvero molto grato e mi farebbe piacere ricevere un tuo parere. GRazie per la lettura, alla prossima.

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Gianluca Radice
Laureato in Management delle Imprese Internazionali, da anni lavoro come Business Developer e consulente aziendale con numerose aziende in diversi settori. Ho lavorato come Project Manager e gestito team nazionali ed internazionali, diventando Presidente di AIESEC Napoli a 21 anni. All'Università, insieme a Laura, ho co-fondato weHUB: un network  di professionisti ed esperti in digital marketing e formazione professionale. Credo molto nella forza del team ed amo studiare soluzioni innovative, sostenibili e smart.